“Non ereditiamo la terra dai nostri progenitori, la riceviamo in prestito per i nostri figli.”
Il brainstorming anconetano per la vacanza estiva 2014 ha come risultato il SUDAFRICA ed è subito un sogno ad occhi aperti di leoni, elefanti, wildogs e……giraffe che si abbeverano a gambe aperte.
Quest’anno si torna alle vecchie abitudini della vacanza fly and drive tutta organizzata da noi e non sarà facile. E’ una nazione immensa e si tratta di fare delle scelte, alla fine il nostro itinerario verrà fuori cosi:

Il 14 agosto si parte, volo Lufthansa con scalo a Francoforte. A Fiumicino 3 viaggiatori, in pieno sciopero degli addetti allo smistamento bagagli, salutano le loro valigie con la speranza di rivederle a Johannesburg l’indomani.
Per fortuna sulla razza ariana si può sempre contare anche in mezzo al caos. Puntuali arriviamo a destinazione e all’incontro con Derick, il nostro pick up, che sarà foriero di ottimi consigli su Jo’Burg e su come comportarsi con la polizia sudafricana, la chiave sono 50 RAND nella ceneriera.

Ancora stanchi del viaggio ma belli carichi, sfruttiamo il pomeriggio per un giro guidato della città e soprattutto della township di SO.WE.TO.




La guida Simon, di etnia Xhosa (parola che non riusciremo mai a pronunciare correttamente nonostante tutti i nostri sforzi) ci racconta un sacco di aneddoti e curiosità sulla vita nella più grande baraccopoli del Sudafrica, ci porta a mangiare in una taverna locale dove incrociamo anche il ministro dell’agricoltura, ma soprattutto ci svela tutti i segreti del CHIEDERE PASSAGGI IN SUDAFRICA: un gesto diverso della mano per ogni destinazione, pulmini stracarichi ma gente disposta ad attendere a lungo pur di non andare a piedi.


Oltre alla grande varietà di colori della township, una cosa che attira molto la nostra attenzione è come il paesaggio sia caratterizzato dalla presenza di collinette dal profilo regolare che scopriamo essere i residui di scavo del filone d’oro che scorre sotto la città.
L’indomani prendiamo l’auto a noleggio, uno scassone bianco, marce automatiche e motore roboante di tre cavalli zoppi e presa confidenza con la guida a sinistra partiamo alla volta delle Mac Mac Falls e del Blyde River Canyon.


Chiudiamo la giornata con una breve visita al villaggio di minatori ricostruito di Pilgrim’s Rest e ci rechiamo vicino Graskop per la notte. Qui la tenutaria del bed&breakfast ha qualche perplessità sulla nostra prenotazione, in compenso non mostra esitazioni quando deve indicarci un posto dove andare a mangiare (“Not the first block, not the second block, but at the end of the third block”….neanche stessimo parlando di New York e non di un paesino che si sviluppa attorno ad un’unica strada).
Dopo una fresca notte di montagna con una misera stufetta ci sentiamo dei veri voortekker, pronti ad assaporare i migliori pancakes del Sudafrica, e solo quando siamo belli sazi ripartiamo alla volta di Hazyview e dei Three Rondavels, uno spettacolo magnifico certo, ma uno ancora più bello e inaspettato ci attende la sera al nostro arrivo nel Kruger.

Trascorreremo qui 5 meravigliosi giorni. Non ci sono parole per descrivere il fascino di questo posto, degli animali osservati in libertà nel loro ambiente naturale, dell’entusiasmo da bambini che ha accompagnato ogni avvistamento, tra una striscetta di biltong e un’altra.




Tre i campi in cui abbiamo soggiornato: Mopani subito dopo l’ingresso da Phalaborwa, Letaba al centro del parco nel basso veld e infine Berg-en-Dal nel sud più roccioso.




Abbiamo partecipato a diversi Game drive con i ranger del parco, tutti molto esperti nell’individuare tracce e segnali della presenza degli animali con qualsiasi condizione di luce.




Tuttavia la maggior parte degli avvistamenti sono avvenuti per caso, gironzolando senza sosta con il fedele macinino.




I BIG FIVE erano ovviamente il nostro obiettivo principale e lo abbiamo raggiunto. Gli incontri con i felini, per la buona dose di fortuna che necessitano, sono stati di sicuro tra i momenti più esaltanti. Ma non dimenticheremo facilmente la pettinatura con la riga in mezzo del bufalo che sospettoso ci attendeva dietro la curva.







Il Kruger è però anche molto altro, con le sue luci e i suoi paesaggi.



Il 22 agosto usciti dal parco a Malelane ci dirigiamo verso sud. Ci attende una lunga tappa di auto verso St. Lucia costeggiando lo Swaziland.

Il giorno successivo parte con una grossa delusione, a causa del mare grosso la nostra gita di Whale Watching viene annullata e non possiamo far altro che dedicarci all’esplorazione dell’Isimangaliso Wetland St. Lucia e al giro in barca sull’estuario ricco di ippopotami e coccodrilli.



Le balene per il momento le vediamo sbuffare da lontano con i binocoli ma ci assicurano che le rivedremo, e anche molto bene, più avanti nel nostro giro.


Dopo un breve puntata al Cocodrile Center partiamo per Durban, dove ci attende Howard, nella sua casa coloniale, su una collina dalla vista superba sulla baia di Durban, con un bicchiere di vino e un’aria da eccentrico professore in pensione. Indimenticabile la sua cartina della città, quella con i dettagli.
L’alba del giorno successivo ci vede già in direzione Lesotho. La strada fino al Sani Pass è molto lunga ma l’ultima parte decisamente spettacolare.




La sera rientriamo a Durban, la città che sa di curry, e ci concediamo una deliziosa cena indiana a base di bunny chow. Qui gli inglesi importarono moltissimi schiavi indiani per farli lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, così la tradizione di queste popolazioni s’è fusa con tutto il resto.
Dedichiamo la giornata successiva ad una delle 12 etnie del Sudafrica, gli ZULU con un giro nello Zululand, territorio a loro assegnato sul quale possono vivere seguendo le loro leggi tribali, il loro re e le loro tradizioni.

Caterina riesce come sempre a far breccia nel cuore della gente del posto, ottenendo questa volta addirittura una proposta di matrimonio. Non abbiamo accettato, avevano offerto poche capre.

La sera c’è ancora tempo per un giro di Durban, del mercato, dove ci procuriamo il peri peri, della moschea e del lungomare.
Il giorno dopo un volo interno ci porta a Cape Town, la città più europea d’Africa, luogo di ottimi vini e panorami superbi da Table Mountain.




Imperdibile inoltre un giro del caratteristico quartiere malay di Bo’Kaap e del Waterfront della città.





Dopo un paio di giorni ripartiamo diretti al Capo. Venti impetuosi e forti correnti con cambi improvvisi del clima non ci scoraggiano, la vista è grandiosa e da quassù non ci è difficile immaginare le molte navi che sfidando le intemperie hanno doppiato capo tempesta. Diceva Francis Drake “…il Capo è impetuoso e bellissimo, il più bello che abbiamo incontrato navigando intorno a tutta la terra.”




Ma le sorprese non sono finite e un’allegra e numerosa colonia ci attende sulle spiagge di Boulders Beach.

La strada che conduce ad Hermanus è splendida, spiagge battute dalle onde impetuose dell’oceano e scogliere a picco sul mare.

La sera decidiamo di cenare in un pub costruito su una scogliera. Non dimenticheremo facilmente la sensazione di essere come sul Titanic con le onde dell’oceano che si infrangono con violenza, il vento impetuoso e la pioggia scrosciante. Per un attimo abbiamo temuto il naufragio, ma la gente del luogo sembrava essere abituata a questa natura così prepotente.
La mattina dopo è il grande giorno, da Hermanus le balene si vedono anche dalla costa e sono tantissime ad Agosto, pieno periodo di migrazioni. Ben piazzati su una scogliera, stiamo lì per ore a guardarle sbuffare, con la sensazione di poterle quasi toccare.



Infine decidiamo di ripartire alla volta di Cape Agulhas, il punto più meridionale del continente africano, il luogo in cui si incontrano i due oceani.



Il giorno successivo ci dedichiamo alla Garden Route e allo Tsitsikamma National Park, con il suo ponte sospeso sullo Storm River e la passeggiata che costeggia l’Atlantico.




La sera arriviamo nelle vicinanze dell’Addo Elephant National Park. Un parco in espansione e che si appresta a diventare uno dei tre parchi faunistici più importanti del Sudafrica.




Abbiamo deciso che saluteremo la nazione arcobaleno con gli animali ancora negli occhi e nel cuore ed è per questo che l’ultimo giorno è interamente dedicato ad un Game Drive nel parco in compagnia di Conor. Un mitico personaggio ex ranger, sorridente e pronto a raccontare su questo luogo e di questi animali molto più di qualsiasi guida o opuscolo. Incline alla chiacchiera e alla convivialità chiude la giornata offrendoci un aperitivo a base di vini sudafricani, olive e tante indimenticabili risate.


Il giorno dopo si riparte, la strada è lunga ma il mal d’Africa ci riporterà qui prima o poi.
Totsiens/Nisale Kakuhle/Sala Kahle/Salang Hantle

Bellissimo……però avete mancato un aneddoto molto importante della vacanza, ma soprattutto della vera cultura africana…. L’originale e famosissima PIZZA MARGHERITA mangiata da Laura
Esattamente! Nel campo Berg-en-Dal una bella pizza margherita zuppa del casale, con tanto di carotine!
Foto bellissime, posti da sogno, scorci sugli oceani da togliere il fiato, animali spettacolari, ma non vedo ORSIIII
Ma orsi non ne avete visti? Era il big six!!!
Non potevamo vedere orsi perchè voi non c’eravate! E anche in Abruzzo non abbiamo cavato un ragno dal buco! si sente la mancanza dell’ORSACCHIOTTO del gruppo!