New York, New York!

“A New York i grattacieli spingono luci sovrabbondanti, esagerate, direttamente dentro le nuvole e oltre”.

Ottobre 2014 per Donato è cifra tonda e dove festeggiare al meglio questo traguardo se non nella città che non dorme mai? Un aereo, un viaggio al di là dell’oceano, i colori dell’autunno a New York e la magia è fatta, i festeggiamenti possono cominciare.

Geometrica nella sua planimetria, ma in realtà anarchica, New York scorre inafferrabile, ti risucchia come un vortice. Con i suoi 150 musei, 500 gallerie d’arte, 76 ponti, 350 teatri, 18000 ristoranti, oltre 200 grattacieli, centri commerciali e negozi, la cosa più difficile è stabilire da dove cominciare. Consumeremo le suole in questa vacanza, torneremo distrutti alla sera in albergo, nel tentativo di immergerci in questo labirinto infinito, di vedere tutto o almeno il minimo indispensabile.

 

24 OTTOBRE: Di prima mattina, dopo aver facilmente smaltito il fuso orario e aver scoperto il funzionamento della macchina dei pancake in albergo usciamo alla volta del MOMA, luogo stupefacente nel cuore della midtown, museo fatto di spazi espositivi flessibili, funzionali e pensati in modo assolutamente nuovo, custode dell’arte moderna internazionale nella sua infinita varietà.

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Ne usciremo dopo 5h affamati ma assolutamente soddisfatti. Per placare i morsi della fame ci rechiamo in un piccolo locale specializzato in Begel. Qui è d’obbligo una breve parentesi. A New York è facile, oltre che normale, mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte, basta scegliere la cucina o il cibo specifico tra tutti quelli che il mondo intero ha da offrire: greco e giapponese, indiano, filippino, thailandese, spagnolo, kosher.

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Ci rifocilliamo e ripartiamo alla scoperta della midtown, a zonzo tra i negozi del garment district per concludere il giro con l’entusiasmante incontro con la coppia di giganti: il Chrysler Building e l’Empire State Bulding.

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L’uno in rigoroso art decò, l’altro soprattutto imponente, entrambi icone di questa città. Con il calare della sera saliamo in cima all’Empire per godere di quel magico clichè che è la grande mela da quassù.

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25 OTTOBRE: Il secondo giorno partiamo subito all’attacco di un altro grande museo newyorkese, anzi il museo d’arte più grande dell’emisfero occidentale, il MET. Punto centrale del così detto museum mile conta oltre 2.000.000 di pezzi da tutto il mondo, dalla preistoria ai giorni nostri. Da queste premesse si comprende come, avendo previsto di dedicarvi un solo giorno, siamo costretti a fare delle scelte e nonostante questo usciamo che è già l’imbrunire. Ne approfittiamo per catturare la magnifica luce di ottobre che si fa largo nella vegetazione di Central Park. E’ magia romantica, è New York.

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I piedi sono distrutti e la schiena cederebbe volentieri, ma è la forza di questa città che ci tiene su e ci spinge a camminare ancora.

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Ci avviamo lungo la nuovissima High Line, percorso nel verde, spazio recuperato di una ormai dismessa linea di metro, costeggiamo la parte ovest di Manhattan fino a Chelsea, dove dopo un divertente passaggio attraverso il chelsea market ci concediamo un classico BBQ con un cocktail tascabile.

26 OTTOBRE: La mattina di domenica ci dedichiamo, da veri turisti, ad un giro ad Harlem per assistere alla messa gospel. Tra la 102nd e la 106th street è facile sentire provenire da più parti le voci dei cori gospel, ma trovare una chiesa che abbia ancora posti disponibili è difficilissimo. File interminabili ovunque ma alla fine troviamo una chiesa un po’ defilata in cui è possibile entrare. Appena varcata la soglia però, abbiamo subito la bella sensazione di non stare assistendo solo ad uno spettacolo ma ad un momento di profonda spiritualità.

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Al termine della cerimonia, usciti di là rimaniamo a zonzo per un po’, la giornata è spettacolare e quindi la dedichiamo a passeggiare: prendiamo la metro fino a Little Italy , o meglio quello che ne rimane, schiacciata com’è dalla tumultuosa presenza di Chinatown.

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Mulberry street è un susseguirsi di pizzerie e ristoranti con buttadentro parlanti maccheronico italiano; attraversiamo Canal Street e sembra di essere arrivati in Cina.

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Girovaghiamo per un po’ e alla fine decidiamo di concederci un ricco pasto in una bettolaccia cinese con tre tavolini stipati che solo il recente vaccino per epatite e le buone recensioni della guida ci danno il coraggio di affrontare. Con nostro sommo piacere tuttavia scopriamo di aver fatto un’ottima scelta.

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Nel pomeriggio ci dirigiamo verso il vicino Brooklyn Bridge. Le vertiginose prospettive di questo ponte e il suo indiscutibile fascino, nonché la magnifica vista di Manhattan da Dumbo, ci terranno occupati per ore alla ricerca del momento e dell’inquadratura perfetta per cogliere la luce giusta che diventa incredibilmente magica al tramonto.

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27 OTTOBRE: Per oggi abbiamo prenotato il giro a Liberty Island e ad Ellis Island. Arriviamo a Battery Park di primissima mattina e ci imbarchiamo alla volta di una delle icone più famose e abusate della grande mela: la statua della libertà.

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“A me le vostre povere, sfinite masse che desiderano ardentemente la libertà”.

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Da li proseguiamo per Ellis Island. Se Miss Liberty era la prima faccia dell’America che gli emigranti vedevano dai parapetti delle navi, questa invece era l’isola filtro, l’isola del destino, nella quale si decideva dentro o fuori, ammesso o non ammesso. Il museo creato su quest’isola racconta la storia dell’immigrazione in questo paese e, attraverso questa, la storia della città e dell’America.

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Ritornati sulla penisola girovaghiamo alla ricerca dell’altra faccia di New York, quella degli affari, quella dei palazzoni che sfidano il cielo, del toro che augura a tutti di riuscire nella vita, di avere successo e soldi. Qui risiede l’anima indaffarata di Wall Street, orgogliosa e fiera.

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Sul luogo del disastro dell’11 settembre sorge oggi un memoriale assai coinvolgente e un museo completo e commuovente. Decidiamo di visitarlo e ripercorriamo ogni singolo istante di quella giornata, sotto i nostri occhi scorrono tutti i frammenti e le testimonianze di chi c’era, di chi ha perso qualcuno, di chi è accorso e per giorni ha lavorato tra le macerie.

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28 OTTOBRE: Si diceva che NYC conta più di 150 musei ma tra i più sorprendenti vi è certamente il Guggenheim.

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Questa bianca struttura a spirale concepita da F.L.Wright come museo da percorrere secondo un percorso espositivo curvo e in discesa, ospita una nutrita collezione d’arte moderna che solo il catalogo può contenere per intero e che comprende arte astratta e impressionismo francese; espressionismo tedesco e arte europea e americana contemoporanea.

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All’uscita secondo una perfetta logica di alternanza cultura vs svago ci tuffiamo nella 5th Avenue nel suo tratto più famoso quello che da Central Park arriva fino a Times Square. Negozi, colori e luci scintillanti, l’anima dello shopping, l’Apple Store con il suo cubo trasparente e Toy’s R con la sua ruota panoramica, tutto qui ha un fascino irresistibile. Troviamo il tempo anche per un running test e per l’acquisto di due paia di bellissime nike uno per Laura e uno per il piccolo Momo.

29 OTTOBRE: Questa giornata è quasi interamente dedicata al Museo di Storia Naturale, siamo lì prima che apra, andiamo via quando sta ormai chiudendo. Quando torniamo all’esterno dopo aver fatto un incredibile viaggio nel mondo di tutte le scienze umane, è già sera, le luci della grande mela si sono già accese e in Times Square stanno presentando la stagione di basket. E’ gremita, affollata, magnetica.

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30 OTTOBRE: la giornata la trascorriamo passeggiando per la parte bassa di New York. Cominciamo dal Flatiron, inconfondibile quasi grattacielo con la pianta a ferro da stiro; fu la prima costruzione Newyorkese a sperimentare la struttura in acciaio che avrebbe consentito la scalata al cielo.

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Ai suoi piedi il Madison Square Park e poi scendendo Gramercy Park unica piazza residenziale privata della città, da qui in Union square, siamo nel cuore di Gramercy.

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Seguendo la Brodway ci inoltriamo nel Village. Tratto compreso tra Houston Street e la 14th dove le vie hanno nomi e non numeri, abbandonano il loro percorso regolare e diventano involute e confuse, ci perdiamo, girovaghiamo senza una meta precisa.

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Washington Square con il suo arco, NoHo, SoHo, TriBeCa sempre verso ovest, verso l’Hudson per spuntare su Battery Park.

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Da qui ci godiamo il lungofiume dalle vedute sorprendenti, i grattacieli da una parte e le coste del New Jersey di fronte, verso sud il ponte da Verrazzano e da lontano il profilo della statua della libertà.

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31 OTTOBRE: E’ Halloween. Un evento per il quale la citta si è preparata con un certo fermento per giorni, tutte le vetrine, tutti i negozi, ogni locale ha qualcosa che celebri questo giorno di festa che per noi comincia con una fin troppo lauta colazione a base di american cakes dalle forme invitanti a tema con la giornata.

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L’obiettivo della mattinata è tentare di digerire mentre visitiamo la Frick Collection, passeggiando per central park piena di maratoneti pronti al grande evento della maratona del giorno dopo, i dakota residence e il museo del design. Siamo quasi alla fine della nostra vacanza e sembra che di NYC non abbiamo fatto che un assaggio. nel pomeriggio visitiamo la Public Library e giriamo ancora un po’ per midtown non avendone mai abbastanza. Concludiamo la giornata in un ristorante giapponese scoperto per caso qualche sera prima e oggi pieno di cos player tra cui spicca un non proprio depilatissimo camerire geisha.

1 NOVEMBRE: Siamo alla fine. Quale migliore modo di lasciare la città se non ammirandola un’ultima volta dall’alto??? Oggi la giornata è bruttina, ma questo non ci scoraggia, saliamo in cima al Top of the Rock e da qui diamo un ultimo saluto, un arrivederci alla grande mela.

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E’ già tempo di tornare e neanche la bussiness class può equiparare la tristezza del ritorno…quindi, a noi bollicine e ancora tanti auguri Donato.

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