Ein Prosit, ein Prosit, der Gemuetlichkeit
L’obiettivo della vacanza estiva 2015, contrariamente al solito, è zero KG superflui e quindi, quale meta migliore della Baviera con la sua cucina senza grassi e tanta acqua facilmente disponibile??? Donato, Laura e Caterina questa volta dovranno vincere la sfida con la bilancia. Nonostante le difficoltà dell’ultimo minuto il 2 agosto si parte, in auto da Ancona, prima tappa Salisburgo. Subito dopo il passante di Mestre comincia la “roba di montagne” che ci inseguirà, perseguiterà, delizierà per tutta la vacanza con l’immancabile tormentone di Laura.


Giunti nel tardo pomeriggio a Salisburgo approcciamo alla città di Mozart con decisione, passeggiando per quest’elegante città sulle rive del Salz, godendoci un bel tramonto sul fiume e la prima cena dietetica della vacanza, con le ricche porzioni annaffiate dalla birra locale.

Presto ci accorgeremo che in questa vacanza Donato punta ad incrementare notevolmente la sua collezione di sotto bicchieri ma soprattutto che è meglio non sfidare Laura in litri ingurgitati; di qualunque tipo sia la birra (e nel nostro percorso ne proveremo talmente tante da non poter ricordare i nomi di tutte) sulla lunga distanza vince sempre lei.

Il giorno successivo decidiamo di dedicare la prima mattinata alle antiche miniere di sale di Hallein. Si narra che lì sotto ci siano 15°C costanti e visto il caldo che fa, sembra quasi un sollievo più che un’opportunità culturale. Inutile dire che l’approccio stile parco giochi rende tutto molto divertente, con i vecchi scivoli da cui lasciarti cadere sorridendo ai fotografi, il trenino e Wolf Dietrich von Raitenau che ti accompagna nella visita.



Torniamo verso mezzogiorno a Salisburgo e ci lasciamo rapire dal fascino di questa città scavata sotto la roccia, dalle sue palle di Mozart, dalla bellezza dei suoi palazzi e i suoi giardini.



Ci concediamo una pausa golosa presso la terrazza del caffè Tomaselli per concludere il nostro giro con la cena presso una delle birrerie locali, l’Augustiner.


L’indomani riprendiamo la macchina in direzione Monaco, lungo la strada tuttavia ci concediamo un passaggio sulle rive del lago Chiemsee, che i bavaresi chiamano il mare di Baviera.


Ci rilassiamo al fresco degli alberi sulla riva del lago, di fronte l’isola sulla quale sorge una delle residenze progettate da Ludovico II il cui fantasma ci accompagnerà un po’ guida, un po’ tormentone, per tutto il percorso.

Arriviamo a Monaco, caldissima, affollatissima, albergo senza condizionatore (e sarà una costante purtroppo) ma sempre bellissima da scoprire. Il pomeriggio lo dedichiamo a Marienplatz e dintorni.


Saliamo sul campanile della chiesa di St. Peter, anche detto Alte Peter, da cui ci godiamo la piazza gremita in attesa che si facciano le 17:00 e che suoni l’ora sulla torre del Neues Rathaus e si avvii il carillon.


Scesi di lì stiamo ancora un po’ in giro per concludere con un’istituzione locale: l’HB. Bretzel, birra, wurstel, e la classica musica da birreria.

La mattina dopo, di buon ora, ci mettiamo in cammino, abbiamo una colazione da smaltire, ma soprattutto tantissime cose da vedere, mercato, residenz, chiese, fratelli Asam in ogni minestra, musei.



Inutile dire che Caterina si trascina in giro, interessata certo a tutto come sempre, ma con la mente già proiettata verso l’Isar. E si, non ci si crede, a Monaco si pratica surf, e Caterina vuole assolutamente assistere allo spettacolo.


La giornata, è lunga e anche più calda della precedente ma si conclude all’ombra del Viktualienmarkt, e anche se è troppo tardi per i Weißwurst, che scopriamo con orrore, si mangiano solo al mattino, non è troppo tardi per un maß di ottima birra.


L’indomani lo dedichiamo ai dintorni di Monaco. In mattinata Schloss Nymphenburg con la sua bellezza in bilico tra il classicismo all’italiana e ghirigori rococò.




Il pomeriggio a Dachau, per la visita al campo di concentramento, molto emozionante.







La sera sul tardi arriviamo ad Augusta. La città di Brecht, adagiata sul fiume Lech, riserva notevoli sorprese.



Qualche bello scorcio sui canali, il primo complesso di case popolari, residenze rococò e una lunga conversazione in tedesco per Laura a tema segni zodiacali e stagioni. Siamo al 7 agosto sono già diversi giorni che facciamo pratica con il tedesco, Kreuzigung!





Il giorno successivo, tocchiamo il primo apice culturale della vacanza. Legoland.





Per un giorno siamo adulti che diventano bambini, accettano di sciogliersi al sole incuranti, attirati solo dagli amati mattoncini.





Il nostro giro ci conduce quindi sulla Romantische Straße, che percorreremo solo per un piccolo tratto da Nördlingen a Rothenburg, orsettopoli per noi, passando per Dinkelsbühl.



Mura e porte medievali, piccoli centri perfettamente conservati, la magia di trovarsi in luoghi sospesi nel passato, circondati dai cinesi del presente.










E’ ormai sera quando arriviamo a Bamberga, ma la città ha una luce magica, tanta ottima birra affumicata da offrire, a cominciare dalla Schlenkerla, ed è subito amore.

Il giorno dopo lo dedichiamo a visitare la città, detta la piccola Venezia per via delle case palafitte che si affacciano sui canali, ma anche la piccola Roma poiché si sviluppa su diversi colli.


Il duomo, l’antico municipio, la Residenz, fin sopra alla chiesa di St.Michael con il suo museo della birra che però troviamo clamorosamente chiuso. Facciamo in fretta a consolarci, da queste parti il pane liquido non manca, per pranzo ci rifugiamo dalla calura alla Klosterbrauerei.

In serata arriviamo a Norimberga, la città più tedesca di Germania, come si diceva ai tempi del nazismo. Rasa al suolo durante l’ultimo conflitto mondiale, oggi ha interamente recuperato l’aspetto che aveva nel corso del medioevo, quello di un centro arroccato all’ombra del suo castello fortificato.




Ovviamente non possiamo non cenare con i Nürnberger Würst, dobbiamo solo scegliere se prediligere la qualità o le dimensioni (per chi fosse interessato abbiamo scelto la qualità).

In giro per Norimberga ad accompagnarci ci sono anche Leder e Dirnd che si ostinano a farsi fotografare un po’ qua e un po’ là.

Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Dokumentationszentrum, dettagliato centro di raccolta di ogni informazione relativa al Nazismo e alla sua storia.

Arriviamo in serata a Ratisbona e come prima cosa noleggiamo le bici. E’ da quando siamo arrivati in terra bavarese che i ciclisti ci perseguitano e ci è venuta un po’ voglia di unirci alla massa.


Quindi via a pedalare, prima tappa il Danubio e poi gironzoliamo un po’ qua un po’ là. La gireremo più accuratamente l’indomani, per il momento ci godiamo la splendida serata, un’ottima cena in birreria e la facilità con cui è possibile coprire tutte le distanze quando hai due ruote e due pedali a queste latitudini.

Ratisbona, fondata dai romani, ebbe una notevole importanza nei secoli per essere stata a lungo sede delle assemblee dei principi del Sacro Romano Impero e soprattutto dal 1683 al 1803 libera città imperiale. Come Bamberga, il suo centro storico fa parte del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO se a tutto ciò si aggiunge uno dei migliori Dampfnudeln mit Vanillesoße di Baviera, la magia è servita. A malincuore la sera abbandoniamo Ratisbona alla volta di un paesino vicino, Wörth a.d.Donau.

Questa tappa l’abbiamo scelta solo perché non avevamo trovato alloggio a Straubing e solo quando decidiamo di raggiungerla capiamo perché. La lunga quanto strana fila di macchine per entrare in città, ci mette immediatamente in allarme: o si è saputo in tutto il mondo che Straubing è molto carina o c’è qualcosa che non va.



Mistero svelato: è la settimana della Gäuboden Volkfest, leggasi sagra di paese (che da queste parti è sintetizzabile in festa della birra). Non possiamo far altro che comprare 3 camicie a quadri e siamo della partita. Ci mischiamo alla folla, nei tendoni tra fiumi di birra e musica popolare, si raggiunge il secondo importante apice culturale della vacanza.



La mattina dopo, ben riposati dopo molte notti difficili a causa del gran caldo, partiamo alla scoperta della valle dell’Altmühl. Una delle prime tappe è Tropfsteinhöhle, grotte abitate dall’uomo preistorico e dove si racconta che in una delle prime sale vi fosse una scuola per i druidi dei Celti, la Schulerloch.


Una breve pausa sul ponte sospeso di Essing e poi dritti ad Ingolstad. Abbiamo letto che anche lì i fratelli Asam sono passati e hanno lasciato il segno e ormai non possiamo più fare a meno di cercare e ammirare le loro opere.

In serata arriviamo a Landshut. La cittadina sull’Isar tende ad evitare folla e turisti; graziosa ma decisamente meno attraente delle sue colleghe della Romantische Straße.

Il giorno dopo, soddisfatto l’obiettivo Bayerischer Süßer Senf, ricominciamo a bighellonare tra un paesino e l’altro. E’ la volta di Wasserburg am Inn e dello Starnberger see. Purtroppo però, per la prima volta in questa vacanza, si affacciano neri nuvoloni e c’è appena il tempo di una pizza (si proprio PIZZA, con salame per la precisione perché siamo sempre in Baviera e un po’ di salciccetta ci va sempre) che dobbiamo rimetterci in macchina.
In serata arriviamo a Landsberg. Mentre il temporale imperversa Laura e Caterina hanno qualche problema con la “guida for dummies per trovare il garage dell’albergo” e sfiorato l’omicidio di una poco sollecita receptionist c’è poco da fare, se non rintanarsi in albergo e concedersi una cena con tagliatelle ai funghi. Era ottima giuriamo.


La mattina successiva, Ferragosto, il tempo è ancora molto incerto ma abbiamo l’appuntamento finale con Ludovico il re folle. E’ il momento di andare a Neuschwanstein, che per fortuna abbiamo prenotato. C’è tanta gente, veramente troppa e la magia del castello delle favole inevitabilmente svanisce. Per fortuna il genio di Ludovico ha saputo creare qualcosa che impressiona la nostra mente a prescindere dal contesto e mentre ammiriamo il baldacchino gotico, il cielo stellato ricreato sul soffitto e mille altre stranezze che hanno reso grande e allo stesso tempo indesiderabile per un regno questo re, ricomincia a piovere.




Ormai la vacanza è alla fine, il tempo sembra volerci dire, “andate, è finita”. Non prima tuttavia di una puntatina sul lago di Costanza, lato Tedesco, per permettere a Caterina di sfoggiare lo “smanicato”.
Il giorno dopo con nella testa la domanda “quell’uomo lo avranno ripescato vivo o morto?” ci avviamo tristemente verso l’Italia.
ehi non ho visto foto di orsetti, non ho trovato riferimenti alla Principessa Sissi e soprattutto all’amore omosessuale di suo cugino per il maestro Wagner.
NO NO NO non va affatto bene.
Tutto da riscrivere.
😉
eh in compenso abbiamo visto il teatro a lui dedicato!
e poi quaaaanti orsetti vuoi? 🙂
Sono pienamente d’accordo con Paola.. E Sissi??!! Niente niente?! Umpf!
Che gossip volevi sentire su Sissi? Che aveva un mezzo interesse per il cugino prima di scoprire che questi aveva altri interessi?